The unconquerable, invincible, unbeatable. Questo è Cigar, secondo una definizione storica di Tom Durkin. Per il resto, Cigar, era molto molto altro. Il campione se n’è andato, ci ha lasciato a 24 anni a causa dei postumi di una operazione all’osteoporosi al collo, presso il Rood and Riddle Equine Hospital in Lexington, Kentucky. Ci ha lasciato dopo una pensione dorata in seguito ad una storia fatta di trionfi e cuori gonfi di orgoglio, di quelli che lo hanno visto e ricevuto emozioni fuori dal normale. Ecco, la cosa migliore delle corse di cavalli, sono i cavalli. Sembra facile, ma non lo è. Sono loro le vere stelle. Loro, e solo loro, sono quelli che ci fanno infatuare, trattenere il fiato, alzare il battito cardiaco e creare legami emotivi. Cigar (Palace Music) è stato tutto questo, e molto di più. E’ stato quello che ha vinto 16 corse consecutivamente tra il 1995 ed il 1996 prima che Zenyatta gli togliesse questo record (ottenuto in altri tempi) e prima di ritirarsi dalle competizioni con un bottino di $9,999,813, il più ricco di tutti i tempi prima che Curlininterrompesse quella leadership sorvolando quota $10 milioni grazie ai petroldollari della Dubai World Cup. Ecco, Cigar è stato il primo pioniere di Nad Al Sheba, il primo a vincere la prima edizione della corsa che è diventata la più farlocca ed allo stesso tempo più ricca del mondo. Ora, è farlocca. Prima era vera, da $4 milioni, e Cigar era un campione autentico. IL VIDEO DELLA DWC VINTA DA CIGAR QUI.
Allenato originariamente da Alex Hassinger per Allen Paulson, Cigar ha trovato fama e gloria agli ordini di Bill Mott quando ottenne un filotto di vittorie nella Hollywood Gold Cup, Jockey Cup Gold Cup, Donn Handicap, Woodward Handicap e Breeders’ Cup Classic, proprio nella quale Tom Durkin utilizzò la famosa frase a lui dedicata “the unconquerable, invincible, unbeatable Cigar”, sempre sotto la spinta di un Jerry Bailey dall’assetto incredibilmente corretto. RIVEDI E ASCOLTA QUELLE EMOZIONI DELLA BREEDERS CUP CLASSIC CLICCANDO QUI.
Cigar perse nel 1996 nel Pacific Classic a Del Mar mentre tentava di raggiungere il record di vittorie di Citation, di fronte a 40,000 persone, ma alla fine di quell’anno si ritirò in razza all’Ashford Stud in Kentucky dove il mancato interesse per il sesso femminile, abbinata ad una sterilità oggettiva, ne accelerò il processo di pensionamento. Il vecchio Cigar appese il cappello al chiodo e visse felice e contento, fino a ieri, presso il Kentucky Horse Park in Lexington, dove verrà seppellito. Pensare che alla fine della carriera di corse Paulson vendete il 75% di Cigar al Coolmore per l’equivalente di $25 milioni, ha cominciato a coprire a Febbraio ma nessuna delle 34 fattrici coperte si rivelò gravida.
Cigar ha corso 33 volte ottenendo 19 vittorie, 4 secondi e 5 terzi posti. E’ stato insignito di titoli come Racehorse of the Decade, inserito nel National Museum of Racing and Hall of Fame, il Blood-Horse lo ha messo al 18° posto nella top 100 U.S. thoroughbred champions of the 20th Century, a Gulfstream Park c’è una statua di bronzo in suo onore.
Grazie, Cigar.
PUBBLICATO DA GABRIELE CANDI A GIOVEDÌ, OTTOBRE 09, 2014