Ogni appassionato di corse è vittima del fascino dell’imbattuto. La carriera perfetta, il cavallo che nessuno ha mai superato. E se il fan è italiano, la cosa è ancora più ovvia, perché i nostri due purosangue più famosi sono entrambi imbattuti: Nearco e Ribot. Altri grandi del nostro turf si ritirarono invitti: Braque, Claude, Cavaliere d’Arpino, pure loro dormelliani. E altrove? L’ungherese Kincsem, con l’incredibile serie di 54 vittorie, l’immortale Eclipse, Ormonde e la sua Triplice Corona, St. Simon tra i fondisti e The Tetrarch tra i velocisti. Personal Ensign che fece storia nel fango della Breeders’. Ieri Zarkava, oggi Black Caviar, domani (chissà) Frankel. La sconfitta di un crack può essere bruciante: lo scoprirono Pretty Polly e Buckpasser, quando si interruppero le loro strisce vincenti. Lo seppe il campione portoricano Camarero, battuto alla 57° uscita. Una sconfitta, però, non cancella il valore di un’intera carriera. Tra i cavalli battuti una volta sola ci sono Native Dancer e Man o’War, Brigadier Gerard e Alleged, Dubai Millennium e Sea Bird, Sinndar e Dalakhani, Sea the Stars e Invasor. C’è chi ha perso solo perché si è fatto male, come Ruffian e Barbaro. O perché è stato retrocesso, come Nureyev. E ci sono grandi indigeni, come Donatello e Orsenigo, che alcuni dicono fosse il più forte di tutti. Infine c’è Zenyatta, che il New York Times definì difficile da battere, e impossibile da ignorare. Zenyatta, come l’album dei Police, Zenyatta comprata per poco perché aveva la micosi il giorno dell’asta, Zenyatta gigantesca e mansueta, Zenyatta che non fu sportiva USA dell’anno perché una volta c’era Serena Williams, e un’altra Lindsay Vonn; Zenyatta che fu posposta e Rachel Alexandra tra le polemiche, Zenyatta che ebbe la festa di ritiro, ma continuò a correre. Zenyatta dei 13 GR1 filati, Zenyatta che a Oaklawn Park fece 16 su 16, come Citation e Cigar e ci si ricordò che il suo proprietario aveva fatto i soldi con il disco Sixteen Candles. Zenyatta che veniva in fondo, da lontano; Zenyatta che una volta, alla fine, perse, perchè cápita. Zenyatta, che vinse la Breeders’ e il cronista non trovò le parole, seppe solo dire THIS IS UN-BELIAVABLE!
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