VENERDÌ 14 MARZO 2014 A spasso nel tempo, ultima puntata in 3 capitoli: L’immenso NORTHERN DANCER e quello che resta delle grandi linee maschili a cura di Mario Berardelli per concessione di Trotto & Turf

“Esistono i purosangue e poi i figli di Northern Dancer.” I pochi che hanno la bontà e la pazienza di seguirci nel nostro viaggio intorno alla evoluzione delle genealogie del turf ricorderanno che l’ultima volta ci siamo proprio lasciati con questa affermazione , non nostra ma nientemeno che di Vincent O’Brien l’indimenticabile maestro che ha rivoluzionato insieme ai suoi migliori proprietari il modo di pensare il turf. Il mago di Cashel è stato uno dei primi grandi mercuriani del turf, il suo respiro è stato globale e quello spirito , quella cultura è ancora oggi ispiratrice dell’azione del suo gruppo. Soprattutto, ecco il genio, Vincent O’Brien prima e più di chiunque altro ha scoperto l’immenso Northern Dancer e ne ha voluto a tutti i costi ( cifre pazzesche per i tempi ) i suoi yearling ma anche i foal o le madri gravide. Dall’inizio alla fine e molto anche tra lo scetticismo iniziale di tanti . Anche noi siamo giunti al termine del nostro viaggio, salvo appendice per scoprire, curiosamente non all’inizio, la origine del turf e poi empiricamente vedere quale è la situazione , a spanna, ai giorni nostri. 

E’ emblematico che il capolinea del nostro percorso sia costituito proprio dallo stallone cui di diritto anzi di fatto viene consegnato il testimone per diventare il padre del turf contemporaneo. E’ indubbiamente già oggi lui il continuatore di Nearco, quindi il leader assoluto. Parlare di Northern Dancer è atto di presunzione, in primo luogo perché ci vorrebbero pagine e poi ancora pagine, poi perché ogni autentico appassionato sa, conosce, apprezza la sua produzione, ne è cosciente. Parlandone attraverso elenchi di nomi noti non costituisce valore aggiunto intellettuale, sa anzi quasi di offesa, a voi come a lui. Tutti i giorni scorrendo un qualsiasi campo dei partenti se volessimo fare il giochino delle origini scopriremmo che un buon 60% dei protagonisti di quella giornata di corse in qualsiasi parte del mondo si ricollega a lui. Ognuno di voi, puri appassionati, irriducibili cultori del nostro amato sport, ha il diritto di cogliere il suo particolare Northern Dancer, ad ognuno spetta la chiave di lettura personale, il ricordo, lo spunto, la emozione. Ve ne vogliamo suggerire, sperando sia condivisa, una. Ecco, al di là di tutto, per noi più di tutto Northern Dancer , oggi come oggi, ci emoziona, ci fa fremere, ci apre il cuore , lo possiamo definire immenso per via del fatto che a lui si deve Frankel. Cosi come a Phalaris , cento anni fa circa, pensate un po’, dovevamo oltre che a tre quarti del turf anche la genesi del cavallo contemporaneo e moderno della prima parte del secolo ovvero Nearco, oggi a Northern Dancer noi dobbiamo , a cento anni da Phalaris, la origine del nuovo cavallo moderno e contemporaneo. E’ proprio dandoci questa chiave di lettura che noi possiamo anche comprendere la evoluzione del turf in oltre un secolo. A noi sovviene costantemente quando dalla nostra scrivania , alzando gli occhi, ci imbattiamo nella possente, armonica, emozionate sagoma della creazione sir Henry Cecil , grazie alla bella foto incorniciata dono della passione superiore alla nostra perché giovane del nostro amico Giuseppe. 
 
 
 
 
 

Alziamo lo sguardo e vediamo , capiamo, comprendiamo dove va il turf del terzo millennio. Nearco è stato la mutazione ( ecco la grandezza inarrivabile di Tesio) che il turf attendeva : il cavallo capace di arrivare anche alla soglia dei 3000 ( non dei già allora in soffitta 4000) ma capace di farlo esibendo lo scatto, lo spunto armonico e disarmante del cavallo che sapeva dominare anche sui 2400 come sui 1600 e sui mille metri. La perfezione che nel tempo come abbiamo visto ha saputo trasmettere alla sua progenie. Nearco ha fissato le caratteristiche del cavallo allora iper moderno. Frankel fa altrettanto adesso che il terzo millennio è una realtà. Ci indica la strada, lo ha fatto il Maestro inarrivabile di Warren Place parlando con il suo impiego: Frankel anzi il cavallo perfetto del turf contemporaneo e futuro è stato inarrivabile tra il miglio e i 2000 allungati. L’identikit del cavallo degli anni 2000. Quanta acqua è passata sotto i ponti del turf dai tempi di Eclipse, poi da quelli di St Simon, fino a Nearco e adesso a Frankel. Dai 5 chilometri , dal percorso indefinito e ancora più lungo compreso tra un campanile e un castello fino ai 4000 in pista nell’apoteosi del Gold Cup, poi i 3000 del Paris per i tre anni addirittura, poi i 2400 dell’Arco o se volete per diversi anni anche delle King George ( per dire della grandezza di Ribot ricordate che le ha vinte entrambe) ed oggi dobbiamo , lo insegna Frankel, immaginare e fare i conti con un cavallo e quindi con dei traguardi che stanno mutando, che sono mutati e sono diversi. Dove andremo un domani ancora più lontano ? Lo scopriranno le nuove generazioni, noi non ci saremo , Frankel è il nostro capolinea. Non temete , il fascino del turf è sublime, non sappiamo e non sapremo mai fino al momento cosa ci sarà dietro l’angolo. Non siamo profeti ma soltanto modesti interpreti di una cronaca quotidiana. Per questo ci limitiamo a questa chiave di lettura della grandezza di Northern Dancer. Per noi è quello che ci ha dato, oltre a tutto il resto, Frankel, il massimo sperando che ne sia anche il continuatore, questo è nelle mani della Provvidenza. A voi tutte le altre tante possibili letture del fenomeno ippico degli ultimi 50 anni. Hai voglia. Tuttavia un minimo di passo indietro va fatto, un pizzico di storia va raccontata lasciando come sempre e qui più di sempre la quotidianità al vostro apprezzamento. Eccoci al 1954, è l’anno di nascita di Nearctic, un rampollo di Nearco e Lady Angela una figlia di Hyperion ( ecco un altro nik di lusso) ma soprattutto una famiglia tipicamente inglese che attraverso Sister Sarah, poi Sarita e Molly Desmond ci porta diretti ad una madre base del turf come Pretty Polly. Una forza di Nearctic è , a nostro avviso, l’imbred 4 per 4 su Chaucer che permette l’innesto del sangue di St Simon. Nearctic si deve al genio di E.P.Taylor , leggi Windfields Farm, che importò la madre gravida in Canada e con ciò facendo del paese a nord degli Usa di fatto un padre del turf moderno. Nearctic corse da 2 a 5 anni , solido lo fece per 47 volte vincendo 21 corse. Tra queste l’International H, il Bold Venture H, il Michigan Mile, le Clarendon st, le Saratoga Special st. Attenzione : non è soltanto il padre di Northern Dancer. Sinteticamente gli dobbiamo Icecapade ( William Dupont H, Nassau County H) , Cold Confort ( Matron e Gallorette st), Cool Reception ( secondo Belmont) , Briarctic ( Bold Venture H) e soprattutto uno dei cavalli del nostro cuore ovvero Nonoalco che abbiamo preso a sette nelle Ghinee , giocandolo in estate dopo che lo avevamo visto dominare nel Morny vivendo la corsa ad un metro dalla fascinosa proprietaria Maria Felix Berger. Nonoalco ha vinto anche il Marois e il Salamandre. Certo Nearctic alla storia passa come il babbo di Northern Dancer. Al pedigree già superbo del padre Nearctic, Taylor nel concepire il cavallo sublime aggiunse la valenza della madre Natalma , una Native Dancer con apporto di Mahmoud cosi che Taylor riuscì a creare il pedigree praticamente perfetto. Due genitori giovani ( 1954 e 1957) sono alla origine di N.D. che nacque nel 1961. Piccolo, come Hyperion , non arrivava quasi al metro e sessanta al garrese. Non dava la idea di essere precoce quanto a pedigree ma fu lo stesso un ottimo due anni perché oltre a correre molto presto vinse sette delle nove corse disputate tra cui le Summer st, le Coronation Futurity, le Carleton e le Remsen spaziando in queste corse da 1400 fino a 1800 e a due anni. Sgabbiato male perse al rientro a tre anni, ribaltando la linea subito con Chieftain. Vinse poi le Flamingo, il Florida Derby su The Scoundrel ( un Toulouse Lautrec) , fece suo il Kentucky Derby e le Preakness sempre su The Scoundrel. Il sogno della triplice corona svanì a Belmont quando fui terzo dietro a Quadrangle e Roman Brother. Fini la carriera ( non corse da anziano) vincendo in casa a Woodbine il Queen’s Plate. In totale 14 affermazioni su 18 tentativi. Un Campione senza se e senza ma, chiariamolo. In razza come se la è cavata ? Per favore non facciamo gli spiritosi. Cosa volete che scriviamo a questo punto , l’elenco del telefono per indicare i suoi discendenti. Sarebbe un insulto come abbiamo detto. Qualche nome e del tutto soggettivamente, non ve ne abbiate a male, questa è la parte più indegna del nostro articolo, una parzialità inevitabile. In prima o seconda generazione buttiamo li vergognandoci Nureyev che è stato un gran padre, Gate Dancer che ha vinto le Preakness, Try My Best e abbiamo detto tanto, Storm Bird e ancora diciamo di più, Topsider idem come con Dance in Time. Qui come ti rigiri sei nell’olimpo : El Gran Senor ( Dewhurst, derby irlandese, Ghinee) , Shareef Dancer ( Derby irlandese) , Secreto ( Epsom) Lomond ( Ghinee), Fanfreluche ( Alabama e Selene), Northern Baby ( Champion), Sadler’s Wells e non osiamo dire nulla, anzi proponiamo la standing ovation. One For All ecco un altro ( Canadian , Sunset H), perché no Viceregal o Vice Regent, , già e allora Danzig, di nuovo tutti in piedi , mamma mia che roba. Ancora Northfields mica male, si perché Be My Guest dove lo mettiamo e con i figli, e allora The Minstrel, pazzesco ci vengono le vertigini, non abbiamo neanche la forza di raccontarli, basta la parola. Santo cielo e Lyphard ? Altro pazzesco, due pagine di figli atomici. Basta, basta cosi, è troppo andiamo in overdose ippica. Si, Northern Dancer è il turf moderno. Un nome per chiudere, il più amato e forse il più eccezionale, tutto sommato con una produzione poi niente male lo stesso. Dobbiamo a Northern Dancer anche la emozione unica, irripetibile, sublime di Nijinsky, l’inarrivabile fuoriclasse. Triplice corona, Derby irlandese, King George, Dewhurst. Sensazionale e poi casa Sangster e soprattutto Vincent O’Brien e Lester Piggott, l’estasi del turf, la sublimazione assoluta. D’accordo c’è stato l’Arco dopo il maledetto Doncaster che gli ha tolto quei 50 metri di ulteriore allungo. Abbiamo perduto la battaglia con Sassafras e con il divino Yves Saint Martin. Eppure quel volo che tutti possono vedere nelle immagini consegnate alla Storia del Turf è appunto nella Storia del Turf . Brucia ma c’è lo stesso immensa grandezza. La sua carriera è finita li, non date retta a notizie false e tendenziose, non era lui il Nijinsky che corse le Champion perdendo da Lorenzaccio. Solo un deplorevole caso di omonimia mai chiarito. Northern Dancer : il turf è vivo e lo amiamo ancora di più . Grazie atleta purissimo, ineguagliabile padre di tutto il turf.

 
COSA RESTA? BYERLEY TURK, PRIMA DI NEARCO
 
 
Dopo aver sia pure lambito il pianeta Northern Dancer al vero appassionato non resta in effetti nulla di altro da esplorare. Eppure , insieme al manipolo di fedelissimi che contiamo sulle dita di una mano, dopo aver in fondo navigato lungo  l’intero universo delle grandi linee maschili abbiamo il dovere di domandarci : prima cosa è successo? Insomma come  emerge alla vita culturale ed agonistica questo benedetto purosangue ?  -“ C’era una volta ….” , in fondo è una favola dai contorni tuttavia di verità.  Forse la vera domanda potrebbe essere : perché viene codificata la esistenza del cosi detto purosangue ?  Tutto accade , come per tantissimi altri aspetti della vita culturale e sociale dell’uomo , in Inghilterra cui è spettata  tra il 500 e la fine della seconda guerra mondiale  la leadership del mondo.  Le corse al galoppo nella loro accezione passabile esistono dalla fine del regno di Elisabetta prima, trovano piena conferma nel 600 ed è quasi logica la esigenza di una regolamentazione  nelle prime decadi del 700. Il tutto prima che in altra parte del mondo il fenomeno corse al galoppo diventi un qualcosa di autenticamente tangibile. Gli Inglesi dunque si pongono il problema di dare regole alle corse e tra queste regole deve esserci per forza la certezza della origine dei cavalli. Del resto il concetto di selezione trova subito spazio nell’universo culturale  del turf inglese. Le corse selezionano i migliori che poi vengono messi a riprodurre, maschi e femmine, cosi alla fine di un secolo e mezzo è prioritaria la esigenza di fare il punto  e cosi anche si scopre che quasi tutti quelli che corrono e vincono , guarda un po’, grosso modo sono per origine riconducibili  da un lato a tre stalloni e dall’altro ad un gruppo di una cinquantina di fattrici. Per i dirigenti o diciamo i maggiorenti del turf inglese dell’epoca, diciamo a spanna tra il 1730 e il 1740, è giunto il momento di mettere nero su bianco  e di proclamare che i cavalli da corsa al galoppo, definiti Thoroughbred ( allevato in purezza) e da noi purosangue ( forzando un po’), sono soltanto quelli che discendono dai tre stalloni e dalle 50 madri. Punto e basta. Un metodo forse empirico ma esatto perché se tutti quelli che andavano più veloce discendevano da quei padri e da quelle madri c’è poco da dire  : una nuova razza era stata creata e i caratteri erano stati fissati ( muteranno poi nel tempo come abbiamo visto nelle attitudini prevalenti proprio a causa della selezione).  Tanto è vero che se poi , come è successo, nel tempo altri cavalli senza certa origine erano in grado di competere e di sconfiggere i purosangue di origine certa voleva dire che lo erano anche essi stessi e fu creata cosi ( una sorta di comma 22) la lista annessa. Non si tratta poi di tanti casi. La razza era stata pienamente fissata e del resto se a quel punto selezioni solo i discendenti di quei cavalli iniziali per forza questi saranno  i migliori.  Le 50 madri danno origine alle famiglie che poi Bobinsky studierà e codificherà al meglio, rendendo giustizia al principio che non è solo il padre che fa il cavallo campione ma molto anche la sezione materna.  Le linee maschili invece originano dai tre cavalli di provenienza araba  che sono a tutti ben noti. Byerley Turk  era nato nel 1689 o almeno cosi  ci viene detto, in Turchia e fu importato in Inghilterra dal capitano Byerley per uso militare. Era un baio oscuro con molto temperamento, molto veloce, considerato un corridore eccezionale ma  non prese mai parte a gare ufficiali ( cosi dicono). Fu messo in razza  e generò oltre 600 vincitori, titolo sufficiente per diventare un padre della patria. Godolphin Arabian o Barb fu il più “tardivo” nel senso che era nato, sempre dicono, nel 1724 e infatti la sua discendenza (poi vedremo) si fa consistente subito nella seconda generazione.  La vita è stata un romanzo. Nato in Marocco fu donato dal Bey di Tunisi a Re Luigi  XV di Francia insieme ad altri regali e cavalli.  Re Luigi non aveva in simpatia i cavalli ( che sia quindi dannato) e soprattutto quelli arabi o orientali. Ne dispose subito la vendita.  Il povero Godolphin finì, anni dopo, a tirare letteralmente il carretto di un acquaiolo, ridotto pure in condizione quasi pietose. Lo notò  sul Pont Neuf di Parigi un inglese, figuriamoci, tale Mr Coke che per 75 franchi lo acquistò e se lo portò in Inghilterra. Lo rivendette ad un amico , un certo Williams, un oste di Saint James.  L’oste provò a farlo correre ma Godolphin aveva un carattere troppo nevrile e cosi Williams si salvò cedendolo  a Lord Godolphin ( cosi scopriamo anche la origine del nome)  che decise di metterlo in razza nel suo allevamento nel Cambridgeshire. Piano, lo mise in razza ma come esploratore ovvero ( ora non esistono più da trenta anni almeno) quel disgraziato che stava dietro uno spesso muro di legno dal quale poteva soltanto sporgere la testa per verificare lo stato o meno di calore delle femmine che  venivano avvicinate . Guardare ma non toccare.  Non si sa come  riuscì a coprire Roxana  e da quella unione nacque Lath  che fu cavallo da corsa notevole cosi che da quel momento la sua strada fu in discesa. Il suo continuatore fu Cade  , il padre di Matchem ma con calma tra poco ci arriviamo. Prima il terzo , il vero, stallone padre della patria ippica.  Darley Arabian nacque nel 1702, arabo di razza Kochiani importato a tre soli anni  da Thomas Darley , console di Aleppo in cambio di un fucile. Lo inviò nello Yorkshire  ( sta a vedere che magari erano i signori di Downton Abbey)  dal padre sir Richard.  Per essere un arabo era alto, pare 1,51 al garrese.  Non corse nemmeno lui ( certo che parliamo di selezione ei progenitori non hanno nemmeno corso ….) , fu messo i n razza e fu gloria e storia perché da lui di fatto discendono tutti. Come ?  Per via di Eclipse che compare in quarta generazione  nel 1764 ( una  quindicina di anni prima del derby di Epsom per darvi una idea) . Si chiamò cosi per via della eclissi che si verificò il giorno della sua nascita , il 5 aprile.  Facciamola breve, corse 21 volte  e le vinse tutte per la gioia del Duca di Cumberland che lo aveva allevato, non tocca a queste note parlare della sua carriera ( se volete , un’altra volta, magari al bar) . Diciamo che da Eclipse nascono quasi tutti . Sono suoi discendenti , li abbiano studiati insieme, tipacci come St Simon e figli vari, Gainsborough e quindi Hyperion ma volendo anche i Son in Law. Pure da lui ecco Blandford e compagni compreso la linea tedesca di Ferro ( Neckar). Mica è finita, ecco Teddy ( Ortello, Citation, Relko per rinfrescarvi le idee) , ecco  Phalaris e abbiamo detto tutto ( per intenderci Nearco e Native Dancer) . Allora siamo tutti figli di un solo stallone ? Si siamo tutti discendenti di Darley Arabian ma meglio ancora di Eclipse e  poi di Phalaris e poi ancora di Nearco. Visto che abbiamo riannodato i fili ? Già ma gli altri due padri della patria ? Poveracci , se la passano male .  Godolphin è quasi andato , sono suoi discendenti , via Matchem, quelli della linea di Hurry On ( Sassaafras) e quelli un po’ meglio di Man O War ma in sofferenza. Byerley Turk, attraverso Herod,   è affondato con The Tetrarch ma , attenzione, si tiene in vita  con Tourbillon e con i discendenti di Djebel, di fatto quelli di Ahonora.  Poco ? Si molto poco , ripetiamo siamo tutti figli di Eclipse.  Adesso, anzi la prossima e promettiamo che sarà anche la ultima, mettiamo in soffitta Cartesio e seguiamo le istruzioni di Bacone : empirismo puro. Prenderemo in esame i rating di Racing Post nel 2013 e nel 2012, i migliori si capisce e vedremo a che linee maschili appartengono per avere empirica conferma  della evoluzione della origine. Lo stesso faremo profittando dello studio in proposito di Franco Raimondi per avere un riscontro anche tra i padri oggi più costosi.  Poi sulle avventure del Corsaro Nero , cioè sulla nostra storia delle origini metteremo la parola fine. Tuttavia , è una minaccia, inizieremo a conoscere  i grandi campioni …..la vostra pena non avrà mai termine.  
 
ULTIMA PUNTATA, CONCLUSIONI.
 
Siamo giunti alla fine della nostra lunga storia , se volete analisi. Abbiamo esaminato la evoluzione nel 1900 di tutte, proprio tutte ci sembra, le linee maschili di grande successo che hanno scandito la evoluzione  del turf in termini genealogici . ( se qualcuno le avesse conservate ci potrebbe anche fare un piccolo libretto) Alla fine abbiamo anche dato uno sguardo alla “favola” verosimile che è alla origine del purosangue. Insomma i pochissimi che hanno avuto il cuore e  la forza d’animo di resistere hanno anche adesso una buona idea di cosa siamo e da dove veniamo, ippicamente parlando.  Chiaro che in tanti lo sapevano  già e anche bene ma un ripasso ogni tanto aiuta, magari permette di cogliere le nostre molte  inesattezze  .  Cosa manca alla nostra indagine ? Tirare empiricamente le somme. Nel corso del  lungo viaggio abbiamo in sostanza appurato, rapida rilettura, che la evoluzione genealogica nel novecento si sostanza nel nome di Phalaris che ad inizio secolo ha impresso il suo marchio sulle due linee ( anche su altre) che sono diventate nella seconda parte del secolo quelle dominanti e di gran lunga, quella di Nearco e quella di Native Dancer.  E oggi come siamo messi ?  Per vedere se l’assunto che a noi sembra il risultato maggiore della indagine è esatto o quasi abbiamo preso in esame i primi rating del Racing Post delle ultime due stagioni . Per vostro diletto e per integrare il dato potreste anche andare a riprendere il lavoro di Franco Raimondi ovviamente apparso sul nostro giornale relativo agli attuali stalloni più costosi ( esaminati circa 50 riproduttori) .  Vedrete che , grosso modo, la soluzione sarà la stessa. Per carità , si tratta di un modo di procedere che non ha nulla di cartesiano ma che è totalmente empirico. Prendiamolo per quello  che è, uno stimolo a ricercare ancora, a dibattere, a valutare e a non essere d’accordo. Ci mancherebbe, dopo  quasi  60 anni dalle prime presenze in un ippodromo abbiamo capito che sappiamo di non sapere.  La nostra indagine  ha riguardato i cavalli americani da dirt ( 24 con rating da 128 a 124) ,  i due anni  ( 18 con rating da 123 a 116), i tre anni ( 28 con rating da 131 a 120) e poi gli anziani ( 64 con rating da 143, indovinate chi, a 122) . Le annate sono il 2012 e il 2013, alcuni cavalli ovviamente ricorrono in più classifiche ma se prendiamo in considerazione i punteggi alla fine abbiamo un totale di  circa 125 perizie ( i cavalli come detto sono pochi di meno, intorno ai 110 ) .  Sono quelli che ci servono perché sono i migliori, allargando avremmo scalato di qualità. Detto questo, ribadiamo che si tratta di empirismo e non di scienza. Gli scienziati dell’ippica sono altri,( il nostro mondo è pieno di gente che sa tutto) non noi.     Cosa ne è venuto fuori ? La conferma  di quanto andava emergendo dai nostri lunghi studi che vi hanno messo a dura prova.  Se prendiamo a base Phalaris  non ce ne è per nessuno, sono tutti suoi discendenti, 105 su 111 ma , come detto scaliamo di un paio di generazioni per essere più attuali e cosi viene fuori che risalgono al capolavoro del Senatore la bellezza di 87 cavalli  della nostra indagine mentre 18 sono riconducibili alla linea di Native Dancer . Gli altri sono una mezza dozzina e sappiamo che avete la curiosità di sapere chi sono …. Novelist e Maxios , due Monsun risalgono quindi a Blandford, Cirrus des Aigles e Dunaden ci riportano a Djebel, Succesful Dan a Man o’ War e Mucho Macho Man a nessuno o meglio ad una linea senza risalto fino ad Eclispe , studio che dobbiamo alla gentilezza di Gabriele  Candi che è risalito fino al padre della patria.  In sostanza come vedete, non dimentichiamo mai che stiamo lavorando empiricamente, sono scomparse quasi tutte le grandi linee maschili, ad alto livello, che abbiamo studiato e scoperto protagoniste nel corso del 1900 intero.  Se poi scomponiamo anche Nearco, forse tra una decina di anni o anche prima sarà anche giusto collocarlo nel pantheon come abbiamo fatto per Phalaris, ci accorgiamo che i Northern Dancer  ( per lo più linee Danzig o Saddler’s Wells) sono la bellezza di 65,  i Royal Charger sono 19 e i Nasrullah solo tre. A voi le considerazioni sempre ricordando che sono dati parziali, lo spoglio non è concluso …..  Nel caso di Royal Charger serve una ulteriore precisazione. La presenza dello stud giapponese attraverso Sunday Silence che continua appunto Royal Charger è notevole con ben 12 individualità, tipo Orfevre, Gold Ship, Fenomeno, Kizuna, Gentildonna per avere una idea.  La linea di Native Dancer continua di fatto con Mr Prospector , 17 su 18. Anche qui qualche nome : Lord Kanaloa, Al Kazeem, Dullahan, Rulership. E’ constatabile la presenza americana e giapponese più che europea. Tra gli Usa molti li troviamo tra gli specialisti del dirt dove Mr Prospector quasi pareggia  con Northern Dancer.  Tra i due anni invece europei canter di salute per i discendenti di Northern Dancer, ne contiamo ben 15 su 18 periziati. L’Europa è diventata la vera patria di Northern Dancer ( ovvio se consideriamo molti suoi continuatori ben noti) e il dato ci permette di chiosare che il turf oggi è autenticamente mercuriano al 100%. A questo punto, sempre procedendo empiricamente , ci è sorta la esigenza di una controprova tra le tante : abbiamo preso gli ultimi 20 vincitori di Arco, la corsa faro nel mondo inutile girarci tanto intorno.  Bene come si dice a Roma non c’è trippa per gatti, nel senso che su venti vincitori  18 discendono da Nearco e due da Native Dancer attraverso Mr Prospector ( Workforce e Zarkava) per un albo d’oro tutto griffato Phalaris. Nel dettaglio i Nearco sono tre da Nasrullah e 15 dal dominatore Northern Dancer attraverso però tre o quattro continuatori.  I tre Nasrullah per la vostra curiosità sono Bago ( linea Blushing Groom), Dalakhani ( linea Mill Reef) e Sakhee ( Linea Riverman) . Siamo generosi e in chiusura vi diamo anche i 15 Northern Dancer  ma come compito a casa vi trovate da soli le varie linee( lo facciamo per farvi divertire) : Treve, Solemia, Danedream, Sea The Stars, Dylan Thomas, Rail Link, Hurrican Run, Marienbard, Sinndar, Montjeu, Sagamix, Peintre Celebre, Helissio, Lammtarra e Carnegie. Adesso è davvero finita , abbiamo tuttavia in serbo per voi gli ultimi trenta anni di derby italiano …..