Parliamo di un mito dell’ippica italiana che nel 1976 apparve sul turf presentato dal suo allenatore Gaetano Benetti. Sirlad vestiva i colori della Razza La Tesa e nel Premio Arquata sui 1200 metri si affermava su My Court Trial. Sirlad era un saurone imponente da Bold Lad e Soragna un cavallo che univa stile e potenza. Siamo subito al Criterium Nazionale: Di Nardo fantino di scuderia, montava West In compagno di colori di Sirlad e più considerato in pista dritta, mentre su Sirlad c’era “il mostro” Gianfranco Dettori. Citiamo Luigi Gianoli: “ la lotta si sviluppava tra Capo Bon e Charleroi con West In al largo di Roguet, mentre Sirlad avendo sgabbiato male, seguiva a qualche lunghezza. Ma a 150 metri dal traguardo, Dettori chiamava il grande sauro, che mettendo in campo falcate prepotenti, piombava su Capo Bon e con una determinazione incredibile lo folgorava proprio sul palo”. Così è cominciato il mito di Sirlad e data l’impressione lasciata, il sauro partì favoritissimo nel Gran Criterium, dove Di Nardo lo portò subito in testa vincendo per due lunghezze e mezzo su Tommy Barban. Era nata una stella, una stella del galoppo italiano, tutto italiano: nato da una madre italiana, allevato in Italia, allenato da un grande allenatore italiano.
Sirlad (m. s. da Bold Lad Usa e Soragna da Orvieto) era capofila della generazione con 61 kg. davanti ad Alpherat. Torniamo a citare Luigi Gianoli:” favoritissimo Sirlad, l’imbattuto sauro della Razza la Tesa che ci induceva a fantasticare sulle sue potenzialità, tanto che Gaetano Benetti ed Antonio Di Nardo puntarono al loro primo Derby e Sirlad gli regalò la grande soddisfazione. C’era stata qualche paura: il sauro aveva viaggiato male, si era trovato spaesato alle Capannelle. Ma in corsa invano Doctor Dogon aveva cercato di imporre un treno vigorosissimo. In dirittura Sirlad lo scavalcò per staccarsi e vincere di 9 lunghezze su Capo Bon che aveva liquidato Doctor Dogon, superato in fine anche da Wale. Tempo eccellente: 2’28”1/5.”
Nel 1977 Sirlad disertò il GP d’ Italia per puntare al GP di Milano in previsione di impegni esteri. Questa indimenticabile corsa di Sirlad e della francese Infra Green, sono certo che a tutt’oggi è rimasta una delle corse più belle della storia dell’ ippica italiana. La tensione per l’ evento era palpabile. L’Ippodromo era ricolmo di gente venuta a tifare per il saurone contro l’invader straniero Infra Green (Laser Light e Greenback), che era prontissima e decisa a vincere, venuta da Parigi a suonarcele come già aveva fatto nel Jockey del ’76.
La corsa: Sirlad è presto al comando e viene seguito come un’ombra dalla francese che ai 600 finali lo attacca, lui allo steccato e lei di fuori. L’attacco sferrato fu di una violenza ed una forza inaudita, impensabile per una femmina. Il saurone si difendeva e ad ogni avvicinamento di Infra Green rispondeva con veemenza accelerando ancora e sempre. Sul palo Sirlad, provatissimo, riusciva a conservare ¾ di lunghezza sulla femmina, mentre il terzo, Rue de la Paix ,era a dieci lunghezze .
La gioia del pubblico italiano ed allo stesso tempo lo stupore per la vittoria di Sirlad, vennero subito superati dalla presa di coscienza per il tempo ottenuto: 2’26”1/5 sui 2400 della pista grande di Milano. Era crollato il precedente limite di Tierceron.
Io posso assicurarvi che la commozione e la gioia del pubblico e degli addetti ai lavori si intrecciavano in modo esaltante.
A questo punto venne decisa la spedizione ad Ascot per il sauro di casa Benetti e Oddino Pietra, proprietario allora della Razza La Tesa. E qui torno a citare Luigi Gianoli:”La vittoria milanese, il record, l’aureola di imbattuto ponevano Sirlad tra i favoriti della corsa inglese. Imbarco molto difficile, sbarco faticoso, primi allenamenti in Inghilterra lusinghieri, ma nell’ imminenza della corsa il cavallo si stroncava. Si parlava di dolenzia per una schinella sotto il ginocchio destro, poi un reperto radiografico denunciava addirittura un’incrinatura dello stinco destro.”
Il rientro in patria senza correre è stato inevitabile e solo la pazienza e la sapienza di Gaetano Benetti avrebbero potuto rimettere il saurone in ordine per la carriera dei quattro anni. Purtroppo avanzando con gli anni la progenie di Bold Lad avevano sempre mostrato un declino rapido e così fu anche per Sirlad che cominciò a dare segni di corneggio.
Siamo così nel ’78 e ricompariva Sirlad in pista. Ricordo molto bene quel giorno era un mercoledì e l’ippodromo di Milano era pieno come fosse una domenica di Gran Premi (cose che non succedono più). E lui vinse. Subito in testa, vinse di 12 lunghezze su Mash. Record della pista sui 1800 metri, tempo 1’49”. Il team cominciò a pensare ad una trasferta europea, obiettivo la Francia, il Prix de Ganay, che si supponeva non presentare particolari insidie. Bisognava però trovare prima una corsa di preparazione. Ed ecco che Sirlad ricomparve sui 2000 metri. Altra vittoria, altra legnata di dieci lunghezze a Mash. Il saurone sembrava completamente recuperato, una bella spinta in curva, parliamo sempre di un soggetto di circa 600 kg., più corta l’azione in arrivo, ma il vantaggio era tale da non far pensare a niente di negativo.
30 Aprile 1978, Sirlad in campo nel Ganay, molti italiani lo erano venuti a vedere. Cito Gianoli:” Il sauro correva bene seguendo Trillion, che aveva assunto l’iniziativa e tentava l’attacco al termine della discesa, dove però Trillion si staccava con autorità. Smarritosi un poco, Sirlad veniva raggiunto da Balmerino e da Monseigneur, coi quali ingaggiava coraggiosamente battaglia per terminare terzo in foto con Balmerino, mentre Monseigneur era nettamente secondo. Se Sirlad avesse corso per il secondo posto lo avrebbe sicuramente ottenuto. Comunque si doveva considerare ottima la prova di un cavallo che ormai soffriva, purtroppo, di corneggio. E tale problema fu proprio acclarato in questa occasione, come mi ha ricordato il Sig. Gaetano Benetti alcuni giorni fa.
Gran Premio di Milano del ’78. La nostra corsa più bella ed importante di quegli anni, una corsa che fino a qualche anno prima era stata di grande selezione sui 3000 metri e che anche se ridotta ai 2400, era comunque di grande fascino. Purtroppo Sirlad nonostante i favori del pronostico, basati sulla bella e coraggiosa prestazione francese, non vinse. Oggi a distanza di anni ripensandoci penso che le 4 lunghezze prese da Trillion, i guai agli anteriori, la mole e purtroppo un principio di corneggio, potevano anche far presagire la possibilità di sconfitta. Forse però la sconfitta è maturata più per la gestione di corsa, infatti il sauro venne portato in testa a 700 metri dal palo e la sua azione nel finale cominciò ad appesantirsi. Fiato pesante azione accorciata e quindi il routinier tedesco Stuyivesant (con una carriera di alti e bassi), che era stato superato di slancio, dapprima gli si rifaceva sotto e passava in modo facile al comando, inoltre al largo si affacciava Stone. Doleuze in sella a Stone pensava di aver già vinto e chiedeva troppo presto lo scatto al suo, superava di un collo il tedesco che poi rientrava e vinceva sul palo. Al terzo posto Rolle finiva davanti a Sirlad incapace di reagire. Pausa di riflessione e poi giungono notizie su Sirlad relative al desiderio di acquisto del sauro da parte di proprietari americani per 700 milioni di lire.
L’affare si fece e più o meno andò così. Una mattina del ’78 si affacciarono nel cortile della Scuderia Benetti gli americani. Pochi concetti poche parole: statura, muscoli, dollari e poi un veterinario visitò Sirlad. Venne ritenuto un cavallo di levatura internazionale. Questa fu la sentenza della visita, ma da operare alla laringe. L’acquisto per conto del Sig. Abram S. Hewett era cosa fatta. Giudicato bello e prestante, inteso come florido e pieno di salute, gli americani decisero di rimetterlo in allenamento per l’anno successivo: il ’79. Operato alla laringe nel Kentucky, con un sistema per allora innovativo (no tracheotomia) per tentare di ovviare le difficoltà del corneggio, Sirlad riacquistò una forma eccezionale. Risultato, il tanto amato saurone italiano vinse una “Graded” ad Hollywood Park: la Hollywood Gold Cup. Ed eccoci alla conferma della generosità del “Saurone Italiano” come atleta e cavallo di carattere: impegnò allo spasimo ed arrivò vicino ad Affirmed, l’astro nascente dell’ippica americana un fuoriclasse. Gli arrivò a 3/4 di lunghezza. L’anno seguente nell ’80, Sirlad entrò in razza, ma purtoppo non lasciò traccia poiché morì prematuramente alla Spendrift Farm di Lexington per una misteriosa infezione. In Italia “gli uomini di scuderia” chiedevano in continuazione notizie di Sirlad, un cavallo, un campione a cui tutta l’ippica italiana ha voluto bene, forse più che a Nearco e Ribot, le vittorie dei quali, come giustamente disse Fossati, grande giornalista dell’epoca, erano state tanto eclatanti da suscitare quasi una specie di “rabbia”. Sirlad invece aveva il fascino segreto del grande cavallo, ma campione sfortunato, purosangue principesco dalla falcata esaltante con la testa aggraziata da una lista bianca. Ci tengo infine a ricordare un uomo ed un cavallo eccezionali che per Sirlad sono stati due compagni di vita: il lad Leopoldo Cancioni ed il fido compagno di scuderia Wanadio. Gaetano Benetti era solito dire: “non si vedrà mai un campione con uno sguardo stupido”, Sirlad infatti aveva uno sguardo vivace, attento e profondo. Amava “pizzicare” (mordicchiare) e cercava sempre qualcosa nelle tasche di chi aveva vicino….carote o caramelle? Carote, ne era molto ghiotto.
Daniele Fortuzzi
Milano 30/04/2012