Per la messa in scena dell’ultimo atto andato in scena all’ippodromo di Maia non è bastato il solito preciso lavoro della regia per rendere giustizia alla bellezza della giornata, vi si è sbizzarrito anche un bravo pittore il quale ha dipinto un quadro d’autore per rappresentare un cosi spettacolare scenario ambientale. Ed infine ci ha messo del suo anche un attento commediografo poiché la scuderia Christian Troger ha vissuto un ennesimo pomeriggio ricco di soddisfazioni, sulla pista dove tutto è cominciato e non si sa se vi sarà un seguito nel futuro.
Ha aperto le danze l’eclettico Schwarzwald, prime stelle biancorosse nel limpido cielo di giornata, capace di alternare steeple e cross con costrutto, ed oggi preciso dal primo all’ultimo metro del tracciato nel Premio Courtier du Val, in gran fiducia con Alessio Pollioni ed intangibile per lo svizzero Manolo, buon secondo davanti al veterano Silver Tango. Seguiva subito il bis per opera del qualitativo Enola Gay, altro ex francese, dominatore della prova sullo steeple, il Premio che ci ricordava Miocamen, sul quale Raffaele Romano inscenava una perfetta condotta per tempi e modi e che non rimarrà l’unica del pomeriggio. I due alleati del team Aichner provavano di tutto per arginare il baio oscuro di casa Troger, ma tutto risultava vano con Kolsche Jung che comunque portava a termine un buon percorso davanti al compagno Andoins.
Gran bella corsa nei preventivi, l’handicap sulle siepi Premio Golden Time memorial Roberto Feligioni, si confermava tale anche in pista, e qui giungeva il giusto premio per il quattro anni Big City, soggetto di una specchiata regolarità tra i coetanei, ed oggi pimpante protagonista, col suo accuminato parziale conclusivo, anche contro gli anziani. Affiatato col jockey Dominik Pastuszka, in assoluta confidenza con un tracciato che ha imparato a conoscere, il baio della Scuderia Paolo Favero, piccolo e radente nel suo incedere ha messo in fila siepisti di nome come Sky Constellation e Prince d’Orage, col primo di questi autore di un spettacolare parziale vanificato da un allargamento sul gomito della curva, vezzo ben conosciuto.
Le amazzoni ed i cavalieri avevano a disposizione due belle competizioni e se nella prova sul miglio arrivava la terza vittoria a seguire del lanciato Dragonheart con Riccardo Belluco, in parte agevolato dal reciproco suicidio tattico di Voila Pourquoi e Pizzo Falcone, nella seconda prova arrivava il bis anche per Bethany e Ilaria Saggiomo, venuta dalle estreme retrovie con gran passo a far sua la vittoria su Maranero e South Dakota.
Il gran finale, aggettivo che si riferisce in special modo alla precisione del finale sciorinato dal giovane siepista Black Watch per le consueta perizia tattica di Raffaele Romano, aveva come detto in apertura, la palese griffe di un commediografo poiché oltre al promettentissimo Black Watch, faceva un figurone anche Boboalena, il secondo del team Troger, i colori del quale chiudevano in gran bellezza la stagione con un en plein ad effetto, e che ci auguriamo possa promuovere le giuste riflessioni circa il progetti del team per il futuro.
Intanto cala il sipario sul teatro degli ostacoli, Maia va a riposo, non prima di un caloroso un arrivederci alla prossima stagione di corse
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Ufficio Stampa : Max Manigrasso