Auyantepui ce l’ha fatta: nell’anno del Centenario di San Siro, una cavalla italiana che abbiamo visto crescere ed esplodere sulle nostre piste regala un trionfo tricolore nelle Oaks. Un successo annunciato, ma che la campionessa allevata da Massimo Parri si è guadagnata in pista stavolta lottando con grinta e coraggio. Sin dal debutto sfavillante nello Zanoletti, la figlia di Night of Thunder ha dato l’idea di essere una cavalla fuori dal comune, impressione confermata se non addirittura rafforzata dal risultato dell’Incisa: c’era però da affrontare e superare l’esame più importante, dal quale altre campionesse “predestinate” in passato erano uscite sonoramente bocciate, quasi schiacciate dal peso del pronostico. C’è stato da soffrire e Auyantepui lo ha fatto con la classe della campionessa, ovviando ad uno svolgimento che non è stato selettivo e di certo non l’ha favorita, ma alla fine la portacolori delle We Bloodstock e del Sindacato australiano che ne ha rilevato la comproprietà si è dimostrata la più forte. Un bravo al team Simondi-Lupinacci, che ha costruito questa campionessa in un anno “particolare” come quello che stiamo attraversando. E un bravo a Claudio Colombi: freddo, impeccabile, il jockey labronico non ha sprecato nulla, ha mosso al momento giusto e nel finale ha sollevato la grigia portandola al traguardo. Nonostante l’impressione non esaltante del tondino, le estere si sono dimostrate delle brutte clienti, secondo il trend delle ultime giornate a San Siro: in sella a Tangut, Fabio Branca ha imposto ritmo regolare e ha venduto cara la pelle calando solo nei 100 finali, ma la più pericolosa alla fine è risultata l’altra tedesca Memphis, che per fortuna della vincitrice non ha avuto percorso troppo pulito ed è uscita bene alla distanza quando però il traguardo era ormai troppo vicino per poter ribaltare il risultato. Ottima anche l’italo-inglese Made In Italy, che dalle retrovie è progredita a centro pista. Delle nostre, hanno corso bene Rose Secret e Fuoriserie, rispettivamente quinta e sesta, mentre non è mai stata nel vivo l’attesa Frozen Touch: Annyrose ha tentato un impossibile recupero dall’ultima posizione terminando comunque in gruppo.
La legge tedesca è invece calata inesorabile nel Premio del Giubileo Gr. 3, da quest’anno riservato alle femmine anziane. D’altronde la linea che aveva visto Stex battere in Listed Durance (vincitrice la scorsa settimana del Gran Premio di Milano) lasciava poche speranze alle nostre. La cavalla di Roland Dzubasz non si è sottratta al ruolo di favorita ed è andata davanti a dettare l’andatura, pungolata da Cima Fire e con Elisa Again e Light My Fire (le altre cavalle più attese) subito a ridosso: in retta, mentre Cima Fire si spegnava presto, la figlia di Lord of England sotto le sollecitazioni di Michal Abik ha risposto colpo su colpo e nell’ultimo furlong si è distesa staccando le rivali. Tra queste l’allieva del team Biondi l’ha spuntata per il secondo posto sulla tedesca vincitrice del Paolo Mezzanotte.
Il Premio Primi Passi Gr. 3 non è sfuggito alla favorita Aria Importante, che così può proseguire da imbattuta la sua carriera. Chiaramente stavolta c’è stato da lottare ma la portacolori della Blueberry ha confermato di avere classe e anche voglia di lottare: con Carletto Fiocchi in sella, la cavalla di Bruno Grizzetti ha subito conquistato testa e steccato, ha controllato il pressing di Doctor Strange e ai 400 finali ha cambiato marcia scrollandosi di dosso il rivale. A quel punto è entrato in azione Raifan: il puledro di Seb Guerrieri si è profilato minaccioso sulla battistrada, per un attimo ha pure dato l’impressione di poter prevalere, ma Aria Importante ha reagito bene e ha lasciato ad una lunghezza il valido rivale. Doctor Strange ha patito il cambio di marcia al primo traguardo ma è rimasto in quota e ha chiuso terzo.
Oltre al Primi Passi, i giovanissimi avevano a disposizione le due Listed gemelle sui 1500 metri in pista media. Terzo al debutto (dietro Cirano), poi vincitore in condizionata, Wealth of Love ha siglato con autorità il Premio Giuseppe De Montel, la prova per i maschi e castroni: con Sergio Urru in sella, il portacolori del signor Giacomo Fauci allenato da Michelino Bebbu si è sistemato in scia al battistrada Cirano, si è presentato molto “confident” in retta, ai 250 finali ha rotto gli indugi piazzando un bel cambio di marcia con il quale ha fatto la differenza. Callistemon dalla penultima posizione ha provato l’aggancio ma il vincitore lo ha tenuto in rispetto, mentre Cirano è rimasto in quota chiudendo al terzo posto.
Pronostico rispettato nel Mantovani, la prova riservata alle femmine: Al Siq aveva vinto in bello stile all’esordio tanto da meritarsi le attenzioni del betting, ma oggi ha fatto un ulteriore progresso. In testa dal via, la cavalla allenata da Bruno Grizzetti ha ingranato la quinta ai 500 finali staccando progressivamente le rivali. La sola Linosa è uscita bene alla distanza riuscendo a recuperare parte del gap, ma Mosse’ in sella alla portacolori della Bivans è apparso sempre in totale controllo della situazione. Molto più indietro Sense of Emperor ha capeggiato il resto del gruppo.
Per vincere una prova come il Lombardia, HP di classe A sui 2400 metri, bisogna avere le “spalle larghe”: qualità che non manca a Fambrus e neppure al suo jockey Dario Vargiu. L’allievo di Stefano e Alduino Botti è un tipo tosto, e dopo il secondo posto nella Coppa D’Oro Listed dietro un rivale del calibro di Pretending, questa vittoria, come ha sottolineato giustamente il suo interprete nel dopocorsa, gli “spettava”. Il figlio di Oasis Dream ha corso sempre sulle prime posizioni tenendo nel mirino il battistrada Jighen e controllando negli “specchietti” le mosse dei rivali: in curva Fambrus ha anticipato Bel Ami, poi a metà retta si è accesa la bagarre con Passion Return che si è profilato minaccioso, ma Fambrus è uscito bene alla distanza relegando il rivale al secondo posto. Ottimo terzo Blu Kraken, che ha faticato a reperire il varco.
Spettacolare il Santiago Soto Sprint, risolto all’ultimo tuffo da Love Emperor con un finalone in perfetto stile Mario Sanna: in coda al gruppo e con un “muro” di rivali davanti a sè, il cavallo allenato da Filippo Geraci ha visto aprirsi il varco solo ai 150 finali ma tanto gli è bastato per piazzare una fondata terrificante con la quale ha giustiziato in zona traguardo American Coffee e Cracking Art che sono stati gli animatori della prova sin dalle fasi iniziali. Quarta lungo lo steccato Irish Girl, sempre in quota, quinto posto per Seasonal Missile a completare il Quinte’.
Jamin Master ha dominato la finale del San Siro Classic: acquattato alle spalle di Katsumoto, l’allievo di Gasparini con Gavino Sanna in sella non ha assolutamente accusato il ritmo brillante imposto in avanti dal battistrada: ha temporeggiato il più a lungo possibile in retta, poi ai 250 finali è scattato come una molla e ha fatto letteralmente il vuoto vincendo di oltre cinque lunghezze. Katsumoto ha concluso in bolletta, così alle piazze sono emersi La Volta Buona e Gettyto che avevano seguito rispettivamente in terza e quarta posizione il treno di corsa.
La finale del San Siro Mile ha chiuso la prima parte della stagione di San Siro: Polo Sud aveva corso in deciso progresso all’ultima uscita ma era difficile credere in un suo primo piano. E invece, con Ivan Rossi in sella, il grigio allenato da Alessandra Tommasi ha sorpreso tutti, pungolando lungo il percorso il battistrada Sharkattack, temporeggiando ai lati del rivale fino a metà retta per poi allungare e sottrarsi al gran finale da fondo gruppo di Captain Cirdan, con No Boarding al terzo posto.
Penultima riunione di corse prima della pausa estiva e vigilia dell’Oaks-day a San Siro. Anche il sabato era a tinte rosa riservando alle femmine le due prove principali della riunione. Da quest’anno intitolata al compianto Mil Borromeo, il Premio Nogara, la Listed sui 1400 metri in dirittura per le femmine di 3 anni, ha visto la vittoria di Wannacry: reduce da un valido sesto posto nel Regina Elena, la cavalla di Endo Botti sperimentava per la prima volta il particolare tracciato e doveva vedersela con tredici agguerrite coetanee capeggiate da quella Visions che le era arrivata davanti nel Regina Elena e che soprattutto aveva fatto un vero numero alla penultima uscita proprio su 1400 metri della dirittura milanese. Wannacry aveva fatto le bizze nelle fasi pre-corsa tanto da far temere per un attimo ad un suo ritiro, e invece in gara è stata docilissima nelle mani di Antonio Fresu: il jockey di Ozieri ha galoppato largo prendendo come punto di riferimento proprio la favorita Visions, la quale ha dato fuoco alle polveri scattando ai 400 finali e passando per un attimo in vantaggio ma senza riuscire ad allungare: le sono subito scattate addosso Dorotea per linee interne e appunto la portacolori della Razza Latina che è quella che ha piazzato le battute migliori emergendo chiaramente nei 150 finali, mentre Visayas con bella progressione esterna è venuta è regolare Dorotea per il secondo posto. Quarta Ifrachy su Visions.
Nelle Royal Mares, il tradizionale confronto sui 1600 metri in pista grande per cavalle dai 3 anni in su, la beniamina di San Siro Musa D’Oriente ha provato a iscrivere il proprio nome per la terza volta sull’albo d’oro della corsa: reduce da una promettente rientro su distanza poco consona alle sue attitudini, la cavalla di Marco Gonnelli ha impostato la preferita tattica d’avanguardia, ma le avversarie l’hanno marcata stretta e le sue speranze si sono infrante già a metà dirittura: la prima a superarla è stata Lapulced’Acqua ma sulla cavalla di Bruno Grizzetti si sono avventate Party Goer e soprattutto l’ospite francese Silberfeil, che non appena ha trovato il varco ha piazzato una “stilettata” micidiale che non ha lasciato scampo alla portacolori della Dioscuri. Una bella soddisfazione per Gabriele Congiu, ormai di stanza in Francia e oggi in sella alla cavalla allenata da Jerome Reynier. Lapulced’acqua non ha avuto la forza di replicare alle prime due, Musa D’Oriente ha chiuso quarta.
Hanno aperto il pomeriggio i cavalieri e le amazzoni impegnati nel Premio Los Cardos. Dopo una serie di piazzamenti, è arrivato il giorno di Gran Pierino: con in sella il proprietario Nicola Casati, il cavallo allenato da Antonio Marcialis ha trovato un bel treno di corsa che ne ha favorito la progressione da fondo gruppo: senza abbandonare mai lo steccato, il figlio di Montalegre ha raggiunto il battistrada Blury al primo traguardo, lo ha bucato all’interno ai 300 finali e poi ha controllato senza troppi problemi il finale a centro pista di Dress Drive, mentre il generoso Blury è rimasto in quota al terzo posto su Pizzo Carbonara e gli altri.
Dopo la vittoria in una “vendere” sui 1400 metri, Grand Heaven ha concesso il bis nel Premio Menaggio, la reclamare per i cavalli di 2 anni sui 1200 metri in dirittura. Bravo Silvano Mulas, una volta conquistato il comando, a far rifiatare l’allievo di Luciano Vitabile per poi ripartire quando si è profilata minacciosa la sagoma di Deron Kit: il portacolori della Dream Horse ha risposto bene e ha tenuto in rispetto il rivale, mentre Sopran Sharon, che aveva movimentato la fase iniziale insieme al vincitore, ha faticato un pò a tenere il contatto e ha chiuso terza.
Ottima seconda all’ultima uscita dietro Annyrose (domani al via nelle Oaks), Head Over Heel non ha fallito l’appuntamento con la prima vittoria siglando il Premio Scuderia Briantea, la maiden sui 2000 metri in pista media per cavalli di 3 anni: tenuta nelle retrovie da Carlo Fiocchi, la cavalla allenata da Devis Grilli si è prodotta in una bella progressione in retta avvicinando gradualmente le prime posizioni per passare netta nell’ultimo furlong. Wonder Fall ha provato ad anticiparne le mosse ma non è riuscita a parare la progressione della vincitrice e si è dovuta accontentare della piazza d’onore mentre Cecino di Mamma alla fine ha vinto la battaglia personale con il battistrada Star of Pisa che aveva pungolato sin dal via.
Notevole prestazione di Heartofthesea nel Premio Mario Cipolloni, l’handicap sui 2000 metri in pista media per cavalli di 3 anni: seppure su terreno non ideale, l’allievo di Marco Gonnelli si è lanciato in una lunga progressione a centro pista e, ben sostenuto da Luca Maniezzi, ha acciuffato proprio nelle ultime battute il generosissimo Lexington Quest. La misura della performance di Heartofthesea la dà il fatto che il ritmo del battistrada ha messo in difficoltà tutto il gruppo, a parte il vincitore, capace di recuperare dalle posizioni di coda, e Gavila, invece secondo dal via e rimasto in quota sino in fondo chiudendo terzo a contatto.
L’altra maiden per i 3 anni era il Premio Il Paralupo, sui 1600 metri in pista media: seconda in una buona prova a separare due quotate coetanee come Napule e Annyrose (ancora lei), Miss Carla ha trovato la sua corsa imponendosi anche con un certo stile. Carletto Fiocchi nonostante la gabbia larga è riuscito a farsi spazio alle spalle della battistrada Niagara Mouse, in curva ha spostato per anticipare Nameless ed è andato in pressione sulla leader, la quale ha provato a resistere: ai 200 finali però la cavalla di Antonio Marcialis è passata distendendosi bene e ha eluso la gran rincorsa a centro pista di Duke of Brandon, mentre Punta Ala avanzando tra i cavalli ha chiuso terza.
Subito dopo la vittoria di Wannacry, la connection Razza Latina-Endo Botti & Cristiana Brivio-Antonio Fresu ha concesso l’immediato bis nel Premio Virginio Lamberti, l’handicap per cavalli di 3 anni sui 1500 metri in pista media: la figlia di Worthadd ha sfruttato la scia di Bella Livorno per piazzare lo scatto ai 300 finali e non ha dato scampo ai rivali, con Folki capace di resistere di misura al secondo posto su Time Leon, autore di bella progressione a centro pista.
Il Premio Bellusco, l’handicap per cavalli di 3 anni e oltre sui 1800 metri in pista media che ha chiuso la lunga riunione, si è svolto secondo il previsto canovaccio, ovvero con la fuga in avanti di Capo San Martino. Gli avversari lo hanno lasciato fare per poi avvicinarsi in retta: la più efficace di tutti è stata Its A Good Deal che nella concitata volata finale, facendo a spallate con Albareto e Next Factor, è emersa prepotente con Federico Bossa in sella. Arrivo confermato dopo intervento della giuria, con Albareto alle spalle dell’allieva di Noemi Pulcini e Capo San Martino ancora terzo su Dimmi e Next Factor, tutti molto vicini.
fonte : ippodromimilano.it