Si è svolto sotto la luce dei riflettori il penultimo convegno di Milano galoppo prima della chiusura estiva. E i riflettori si sono accesi ancora una volta su Andrea Mezzatesta, di nuovo alla ribalta dopo il successo ottenuto con Assiro nel Gran Premio di Milano di domenica scorsa. Il jockey si è confermato interprete preciso ed essenziale, firmando un “triplete” che comprende i due handicap di pari dotazione che rappresentavano i momenti tecnicamente più interessanti della serata.
Il primo dei quali, il Premio Giussano sui 2000 metri in pista media per cavalli di 3 anni e oltre, lo ha riportato Maeva di Breve: presa di mira dalla sfortuna all’ultima uscita, la portacolori della scuderia degli Anelli si è meritatamente rifatta usufruendo stavolta di un percorso perfetto, del quale va naturalmente dato merito al suo interprete: da centro gruppo, la cavalla del team Biondi si è portata gradualmente a centro pista e ai 400 finali ha piazzato la sua progressione, passando e rintuzzando il tentativo di Fambrus sbucato per le vie più brevi dopo aver pedinato dal via il battistrada Katsumoto. Terzo posto con bel finale per Trivial Force su Avamac.
E’ arrivata poi la pronta replica per tutta la connection (trainer e fantino) nel Premio Fine Stagione, l’handicap sempre per cavalli di 3 anni e oltre ma sui 1600 metri, grazie al redivivo Denaar: Andrea Mezzatesta ha piazzato il portacolori del signor Luigi Roveda alle spalle del battistrada Najmuddin, appena in retta è andato in percussione sul rivale per passare ai 250 finali e staccarsi dal gruppo, dal quale è emerso al secondo posto So You Zen finendo bene tra i cavalli, davanti ad Arnad e Dream Up, mentre Guzman e Mister Buzzword non sono stati in grado di recuperare. Per il vincitore secondo successo sulle piste italiane, dopo quello ottenuto a dicembre a Pisa.
Per il training di Mario Marcialis Andrea Mezzatesta aveva invece conquistato il suo primo successo della serata, in sella a Brezza dei Grif nel Premio Angera, la reclamare sui 1400 metri in pista media per cavalli di 2 anni. Subito in avanti a ritmo di comodo, la portacolori di Sonia Panizzo ha dovuto reagire all’attacco portato a metà retta da Bice: quest’ultima è anche passata in leggero vantaggio, ma la rivale si è ripresa lungo la corda e nei 150 finali è tornata davanti per resistere sino in fondo. Bice invece è calata, superata anche per il secondo posto da Blackbirdfly: quarta l’attesa Born This Way, non troppo favorita dallo svolgimento che di fatto si è risolto in una volata di 400 metri.
A 8 anni, Mujas ha concluso nel migliore dei modi una brillante carriera agonistica (oltre alle numerose vittorie in condizionata, ricordiamo le piazze d’onore ottenute a 3 anni a livello di Listed nel Pisa, nel Premio Sbarigia e nel Premio D’Estate) siglando l’handicap riservato a cavalieri e amazzoni intitolato a Stefania e Giorgio Sommariva. Con in sella il proprietario Fausto Lavatelli (vincitore lunedì al montato a Torino), il cavallo allenato da Frank Turner ha sorvolato ai 400 finali la battistrada iniziale Annnasandra e si è involato verso il traguardo. Secondo a intervallo You’re Serious su Jak du Lac e Bianco E Nero, autore di buon recupero dopo avvio al rallentatore.
Esordio vincente per Faccio Io nel Premio Bellagio, la maiden sui 1200 metri in pista dritta per cavalli di 2 anni. Di proprietà della scuderia Blueberry e allenata da Bruno Grizzetti, la figlia di Bated Breath e Fularmada si è dimostrata cavallina matura: veloce lungo lo steccato, subito in prima linea con ai lati l’altro deb (e atteso) Macaire, ha saputo reagire bene al rivale che pure ai 350 finali era passato in leggero vantaggio, e con Marcello Belli in sella ha poi conservato un minimo vantaggio sino in fondo. Ai due si è aggiunto nel finale l’altro esordiente Urus (anche lui presentato da Bruno Grizzetti), terminato terzo in linea davanti a Storm Part, mentre Lady Lavender (molto verde) è calata nei 200 finali.
A chiudere il convegno i tre anni a confronto nel Premio Redone, un handicap sui 1000 metri in pista dritta. Gara condizionata dalla caduta poco dopo l’apertura delle gabbie di Antonio Fresu da Rock Vendome: Sopran Willow ha conquistato testa e steccato, superato ai 200 finali da Onnessa de Nurra che ha provato l’allungo risolutore, ma sulle sue tracce si è lanciato Soul Hunter: il cavallo del team Migheli (Mario al training e Antonio Domenico in sella) ha raggiunto la femmina e l’ha stampata proprio sul filo di lana. Ancora terzo Sopran Willow.
Tempo di vacanze per il galoppo milanese: anche l’ultima domenica di un mese che ha regalato spettacolo e riscosso un’ottima partecipazione di pubblico è stata all’altezza delle precedenti, d’altronde il programma delle otto corse era di alto livello. A reggere il cartellone il Premio del Giubileo, Gruppo 3 sui 1800 metri per cavalli di 3 anni e oltre con la sfida del giovane Out of Time ai più anziani. Il vincitore del Parioli si era già comportato con onore nel Vittadini finendo ad una incollatura da Anda Muchacho ma davanti a Fulminix e Time To Choose che ritrovava oggi; altra linea che si intersecava nella lettura del pronostico era quella del Bereguardo, vinto dalla francese Cherisy davanti ancora a Time To Choose e Fulminix: questi quattro alla fine erano gli osservati speciali della prova, con l’aggiunta di Dersu Uzala, mentre a Frutireu e a Lapulced’Acqua spettava il ruolo di sorprese. E invece… E invece a vincere l’ultima pattern della stagione è stata proprio l’ultima del campo, Lapulced’Acqua: sia chiaro, la portacolori del signor Leonardo Ciampoli ha vinto con merito, sfruttando al meglio lo schema tattico e la forma ritrovata proprio in questo ultimo scorcio di stagione, e grazie ad una interpretazione magistrale di Silvano Mulas che l’ha subito posizionata dietro il battistrada Frutireu: quando ai 400 finali i più attesi si sono fatti avanti a centro pista, con Time To Choose davanti a Out of Time e Cherisy, l’allieva di Bruno Grizzetti ha affiancato il battistrada dando l’impressione di viaggiare facile: e infatti ai 250 finali eccola piazzare l’allungo decisivo, passando in vantaggio e acquisendo quel paio di lunghezze che ha poi difeso abbastanza agevolmente sino in fondo. Risultato certamente a sorpresa, ma non del tutto: è vero che la figlia di Epaulette all’attivo aveva soltanto due vittorie, ma già in passato (ricordiamo il quarto posto nelle Oaks di Sand Zabeel) aveva dimostrato di poter tirare fuori prestazioni notevoli. Time To Choose, Out of Time e Cherisy si sono avvicinati ma senza mai minacciare seriamente la vincitrice, terminando alle piazze nell’ordine, Fulminix ha concluso più indietro al quinto posto.
Quella del Giubileo è l’unica casella mancante, per quel che riguarda le corse principali, di una riunione monopolizzata dal Team di Alduino e Stefano Botti che ha siglato le tre Listed del programma, tutte con la firma di uno scatenato Dario Vargiu. A cominciare la serie è stata Rose Secret nel Premio Gino e Luciano Mantovani, riservata a femmine di 2 anni sui 1500 metri in pista media. E’ nell’ordine delle cose che i 2 anni possano migliorare sensibilmente da una corsa all’altra, ancor più se si tratta di puledri presentati dal team principe del nostro galoppo, notoriamente “prudente” con gli esordienti, non deve pertanto sorprendere più di tanto il netto progresso di cui è stata protagonista la figlia di Sakhee’s Secret e Rose Celtic rispetto alla prova di debutto che l’aveva vista ben dietro a Mera di Breme. Oggi la portacolori di Stefano Botti è apparsa più sveglia e brillante, Dario Vargiu l’ha interpretata con estrema fiducia portandola subito ai lati di Kilmokea, e ai fianchi della rivale ha temporeggiato sino ai 350 finali, poi appena richiesta ha allungato benissimo vincendo comoda e con stile assolutamente convincente. Dietro la vincitrice sono terminate le due allieve di Vincenzo Fazio, con Triana che ha sciorinato il bel parziale mostrato già in occasione del vittorioso debutto finendo forte e battendo la compagna di allenamento Aisa Dream, che aveva seguito le mosse della vincitrice senza però riuscire a replicarne il cambio di marcia nell’ultimo furlong. Avengers Dream ha concluso al quarto su On The Floor, non si è invece espressa secondo le attese che l’esordio vittorioso sembrava suggerire Mera Di Breme, incapace di cambiare passo in retta.
Il Premio Merano ha confermato la nuova dimensione acquisita da Chestnut Honey: dopo la vittoria sul miglio e mezzo nel Premio Italia, il portacolori della Effevi si è ripetuto in bello stile nella Listed sui 2000 metri: Dario Vargiu lo ha subito posizionato dietro il battistrada Thunderman, con il quale ha allungato ai 300 finali per passare in modo chiaro nelle ultime battute. Quarta vittoria in sette uscite per il figlio di No Nay Never, probabilmente pronto ad alzare il tiro già dal prossimo autunno. Thunderman si è confermato soggetto solido, mentre Bel Ami ha completato il podio tutto Botti precedendo per il terzo posto Zoman. Meno incisivo del solito Passion Return, che ha perso meno metri del solito in avvio ma in retta non ha saputo replicare i finaloni di cui si era reso protagonista nelle ultime prove.
La scuderia Effevi ha replicato poi nel De Montel, la Listed per maschi e castroni di 2 anni sui 1500 metri in pista media, grazie a Only Time: secondo nel Premio Bimbi, l’erede da Requinto e Young Americans si è espresso bene al primo esame con la curva, andando in pressing sul battistrada Way To Epsom per passare ai 250 finali e difendersi dopo vibrante testa a testa da Spirit Noir: i due se le sono “date” nell’ultimo furlong, il vincitore ha allargato verso l’esterno nei 100 finali intralciando l’azione dell’attaccante, la giuria ha azionato la sirena per rivedere il filmato ma ha poi convalidato l’ordine di arrivo. Terzo posto per Cool And Dry.
Il team Botti si è aggiudicato anche il Premio Lombardia, l’Handicap Principale sui 2400 metri in pista grande per cavalli di 3 anni e oltre, grazie al finale a effetto di Menhuin. Con in sella Carletto Fiocchi, il portacolori della Ste.Ma. è scattato dalle retrovie e ha letteralmente volato i 250 finali, recuperando tantissimo sui primi per giustiziare in zona traguardo Blu Kraken che era passato in leggero vantaggio lungo lo steccato. In linea con i primi due sono terminati nell’ordine Full of Lying e Tout A Fait, con quest’ultimo sacrificato dalla deviazione verso l’interno del rivale che però la giuria ha reputato non colpevole di sanzione. Natoire ha animato la prima parte di gara con Pretending, calando però a metà retta.
Ci ha messo tanto (aprile 2017) per ritrovare la via della vittoria, ma alla fine Harlem Shake ce l’ha fatta. D’altronde l’occasione offerta all’alfiere di Francesca Turri da questa edizione del Santiago Soto Sprint era ghiotta, considerata la distanza dei 1200 metri (la più più adatta alle sue caratteristiche) e la caratura dei rivali, sicuramente più malleabili di quelli che è solito affrontare. Più veloce del solito al via, il cavallo di Marco Gasparini è stato da subito nel vivo della corsa, in terza posizione ai lati di Giocoforza e del battistrada Thousand Grands: quando ai 400 finali il portacolori della scuderia del Giglio Sardo è passato provando l’allungo, Harlem Shake lo ha tenuto nel mirino e nei 100 finali lo ha dominato chiaramente, con Dario Di Tocco che ha dato l’impressione di avere sempre il controllo della situazione. Giocoforza ha corso con coraggio, come anche Thousand Grands che ha difeso il terzo posto dal ritorno di Cracking Art, che ha compromesso la sua prova con una sgabbiata infelice.
Reduce da una facile vittoria in maiden, Laksham ha concesso il pronto bis dominando da un capo all’altro il Premio Vincenzo De Siero, condizionata sulla distanza minima per cavalli di 2 anni: con in sella Mario Sanna, il promettente puledro di Diego Dettori ha conquistato d’acchito testa e steccato e ai 200 finali ha salutato i rivali. Tra questi è finito in crescendo al secondo posto Miramar Air Base, mentre gli ospiti I Love Thisgame (che rendeva chili e ha avuto un viaggio piuttosto “travagliato”) e Sicilian Focus non sono risultati molto incisivi nell’ultimo furlong.
A dare l’arrivederci a settembre agli appassionati è stato il Premio San Siro Super Finale, handicap ad invito riservato ai finalisti dei due circuiti (Mile e Classic): la distanza dei 1800 metri mai affrontata in precedenza non ha frenato Oakville, che Fabio Branca ha saggiamente “pennellato” all’estrema attesa: in una corsa tirata via a buon ritmo da un deciso Dress Drive, la portacolori del signor Massimo Soldati allenata da Marco Gonnelli è avanzata a centro pista per regolare nelle ultime battute un ondeggiante Punta di Diamante. Terzo posto per Acire Xam.
fonte : Ippodromimilano.it