Uno, due, tre!

Nell’ippica australiana -tutta velocità e precocità- nulla è paragonabile alla Melbourne Cup, The Race That Stops The Nation. Un handicap per fondisti. Se vi pare strano, sappiate che la Cup è la corsa più importante del mondo, per ciò che significa. Esser coinvolti con la Corsa è una stimmate che segna per sempre un proprietario. Averla vinta, un onore senza pari. Chiedere a Tony Santic, un croato emigrato in Australia a 8 anni, che fece fortuna pescando tonni e si appassionò alle corse. Tony comprò una cavalla a Newmarket per venderne il puledro l’anno successivo. Nacque una femmina che non prese bid. Era figlia di Desert King, uno stallone passato presto di moda. A Tony non rimase che portarsela in Australia, dove la puledrina avrebbe corso con cavalli più vecchi di lei, perché nati sei mesi prima. Finì che debuttò solo alla fine dei 3 anni, con un quarto, e vinse la maiden solo a 4 anni, a Wangaratta, e alzi la mano chi ha mai sentito nominare questo ippodromo. La cavalla però progredì, e alla fine dell’annata aveva vinto una Listed, ciò che la qualificava ad essere iscritta alla Melbourne Cup dell’anno dopo. Da quel momento la cavalla, Makybe Diva, non si piazzò per 6 volte consecutive, eppure si presentò alla partenza della grande corsa, con 51 kg, l’1 Novembre 2003. E vinse. L’anno dopo, con 55,5 kg., ripetè l’impresa, uno dei pochi cavalli ad aver vinto due Cups, e la prima femmina della storia a riuscirci. Nel 2005, a due anni esatti dal primo trionfo, Makybe Diva tornò a Melbourne. Top weight, n°1, Glen Boss in sella, giubba coi colori della bandiera croata. Gli allenatori avversari in rivolta contro il management di Flemigton, accusato di aver bagnato la pista per favorire l’eroina nazionale. Venti milioni di australiani alla Tv, centomila all’ippodromo. Tutti per un’esecuzione unica, un concerto irripetibile. Poco dopo l’arrivo, l’allenatore Lee Freedman dichiarò alla stampa: “Avevo detto che Makybe Diva era il miglior cavallo che avessi allenato, invece è il migliore che io abbia visto. Oggi, con Tony, abbiamo messo le palle sulla linea d’arrivo. Potevamo solo distruggere il mito. Non Makybe Diva, e non state a farmi domande. Andate piuttosto a cercare il bimbo più piccolo che c’è all’ippodromo, è l’unico ad avere una remota possibilità di vedere una cosa del genere un’altra volta nella vita”. Guardate: a Champion becomes a Legend.