Il libro su Cigar si intitola American Horse, perchè Cigar è stato il cavallo che ha riportato l’ippica USA all’attenzione che i media le riservavano ai tempi di Secretariat. Quando Cigar si ritirò, era il più ricco cavallo della storia, con US$9.999.813 vinti, un briciolo meno della fatidica cifra tonda, superata -da Curlin- solo 10 anni dopo. Cigar venne celebrato al Madison Square Garden di New York prima di entrare in razza, venduto a Coolmore per $25.000.000: si rivelò però sterile, e ora vive un ritiro dorato nel Kentucky, dove i fans possono visitarlo. Prima della Breeders Cup Classic 1995 Cigar era stato condotto da Bill Mott in una stagione sensazionale: 9 uscite, 9 vittorie. Mott era però nervoso, perché su Belmont Park scendeva una pioggia torrenziale, che aveva persino allagato le scuderie, e non aveva idea di come il cavallo avrebbe tollerato la pista trasformata in un mare di fango. Quando però vide l’ultimo canter di Cigar il giorno prima della corsa si rilassò, il cavallo rispondeva come sempre. In partenza Cigar prese posizione. Il cronista Ted Durkin disse: Cigar vuole la testa, ma Jerry Bailey gli dice di no non ancora. Non appena Bailey allentò le redini sembrò che il cavallo fosse stato lanciato in avanti da una fionda. Durkin sbottò: Eccolo, è l’inconqustabile, l’invicibile, l’imbattibile Cigar!. Jerry Bailey vinse il suo terzo Classic consecutivo, al record della pista. Cigar fece 10 su 10 e completò l’anno imbattuto, ovvio Horse Of The Year. L’anno dopo avrebbe vinto la Dubai World Cup e avrebbe interrotto la sua striscia fenomenale, dopo 16 trionfi. Anche nel 1996 fu nominato cavallo dell’anno. Ricordando il Classic 1995 Bill Mott ha detto Quella corsa significò davvero molto. Fu la vittoria più grande di Cigar, anche più che in Dubai. Non travisatemi, il Dubai fu importante, ma il Classic concluse la stagione perfetta e c’è davvero qualcosa da ricordare in un anno perfetto! Ecco la corsa:
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