With a huge crowd at Meydan cheering and jubilantly throwing their racing programmes in the air, Godolphin’s Prince Bishop (IRE) unleashed the run of his eight-year-old life to defeat American challengers California Chrome (USA) and Lea (USA) in the 20th anniversary renewal of the Dubai World Cup sponsored by Emirates.
Running in the colours of HH Sheikh Hamdan bin Mohammed Al Maktoum, Prince Bishop represents the eighth Dubai World Cup winner trained by the Godolphin racing operation founded by HH Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum. It was trainer Saeed bin Suroor’s seventh win.
“It’s a great result,” Bin Suroor exclaimed in between receiving kisses and hugs from many friends who ran to engulf him in the parade ring.
“I knew the horse had the class to win this race. Some horses improve with age, and it’s great to see him win. This is great for me and for everybody here.”
Jockey William Buick, who just last November signed a retainer with Godolphin, kept Prince Bishop to his task after he powered past California Chrome and early pacesetter Hokko Tarumae (JPN) in a matter of strides in a powerful stretch rally from just off the pace.
When they crossed the finish line, Buick blew a kiss to the crowd.
“I can’t believe it. This is surreal,” said the 26-year-old Buick. “I didn’t look back. I just kept going.”
Buick followed Bin Suroor’s instructions to stay clear of the kickback on Meydan’s new dirt track, and the trainer indicated that may have been the key to victory.
“Saeed and the whole team had a lot of faith in (Prince Bishop) going into the race today. He has a very unorthodox way of racing, so I took him out of the kickback in the back, and when I got onto California Chrome’s tail, he picked up the bridle and listen, he ran on well in the end,” Buick said.
Prince Bishop, who had finished second by a neck to stablemate and 2014 Dubai World Cup winner African Story (GB) in the Group 1 Al Maktoum Challenge Round 3 at Meydan on March 7, crossed the finish line in track record time of 2:03.24 for the 2000m.
African Story finished well back in an attempt to defend his World Cup crown, checking in sixth in the field of nine.
California Chrome proved valiant in defeat, enduring some rough-and-tumble jostling around the turns after breaking from the outside post, and he finished a length and a quarter in front of his American-based rival Lea.
Racing for the inaugural Dubai World Cup-winning trainer Bill Mott, Lea was bottled up and checked while trying to rally from the rail in the stretch run but he also finished gamely.
Jockey Victor Espinoza said California Chrome “ran awesome.” Co-owner Steve Coburn hugged the jockey and kissed California Chrome on the nose as his voice choked with tears, saying: “You ran your eyeballs out. You are still America’s horse.”
“It seemed like the other horses were bumping me around in there on the first turn and then on the far turn,” Espinoza said. “He kind of lost his stride a little bit on the (home) turn because the horse on the inside (Hokko Tarumae) pushed me out. That kind of took some of the air out of his lungs.”
Jockey Joel Rosario said of Lea. “He ran his race—it was a very good race. He was always there for me, every time I asked him. I was on the inside and he didn’t like to be there. He kept trying and going. When I turned for home, if I had a little room, I think I could have been second.”
Prince Bishop captured the lion’s share of the $10m purse, with $6m staying in Dubai with Godolphin. However, the Americans were well rewarded for coming to Dubai, with California Chrome earning $2m and Lea gaining $1m for their connections.
Following Lea across the finish line were Candy Boy (USA), Hokko Tarumae, African Story, Long River (USA), Side Glance (GB) and Epiphaneia (JPN).
Prince Bishop becomes the 20th winner of the Dubai World Cup. He us trained by Saeed bin Suroor and ridden by jockey William Buick.
Credit: Dubai Racing Club // Andrew Watkins
Prince Bishop becomes the 20th winner of the Dubai World Cup. He us trained by Saeed bin Suroor and ridden by jockey William Buick.
Credit: Dubai Racing Club // Neville Hopwood
DOMENICA 29 MARZO 2015. Meydan: Prince Bishop a sorpresa nella 20° Dubai World Cup. Battuto California Chrome. Ecco tutto il report della notte…
Non sono sparito dal web. Stavo solo ragionando su come sia stato possibile abbia potuto vincere
Prince Bishop (Dubawi) nella Dubai World Cup G1 (
VIDEO CORSA QUI). Ancora non ho trovato una risposta. No, scherzo. E’ che sono stato parecchio impegnato con altro tipo di vicende e non sono riuscito a raccontare nell’immediato tutto quello che è successo sabato, lo faccio comunque a distanza di 24 ore. La prima notizia riguarda la clamorosa decisione di Sheikh Hamdan bin Mohammed Al Maktoum, quartogenito di Sheikh Mohammed, proprietario di Prince Bishop nel continuo mutare di colori di scuderia, che ha dichiarato di aver donato i $6 milioni del primo premio in beneficenza al Dubai Autism Center che si occupa di assistenza a persone con gravi disabilità ed è il primo centro importante negli Emirati Arabi Uniti a dare questo tipo di servizi. Filantropia dunque. Questo è nella sostanza il più bel significato di questa Dubai World Cup voluta e cercata da Hamdan, da sempre molto impegnato nel sociale. Ed ora parliamo di agonismo, anche se mi viene difficile pensare ad una cosa seria quando si vede vincere ancora un Godolphin o affiliato così: Sebbene favorevolmente sorpreso da questa caritatevole decisione, non mi sarei mai aspettato che il castrone di 8 anni potesse vincere. Ma nemmeno durante il percorso ho mai ragionato su questa eventualità. Ed invece, William Buick detto “strategos” ha dato al suo un percorso dietro al primo
Hokko Tarumae (King Kamehameha), sebbene in quarta corsia al largo in quinta posizione, ma impegnandolo a fondo quasi da sempre con una condizione incredibilmente efficace e sprigionando tutta l’energia del vegliardo sin sul palo, dove il figlio di
Dubawi (Dubai Millennium) ha dal largo circumnavigato il gruppo ed è passato comodamente e tenuto 2 lunghezze e 3/4 di distacco nei confronti del favorito
California Chrome (Lucky Pulpit) sul quale Victor Espinoza non è stato impeccabile. Art Sherman aveva detto di essere entusiasta di aver pescato il 9 di steccato, ma quelli all’interno alla resa dei conti sono partiti tutti ed il sauro da Lucky Pulpit ha veleggiato sempre in quarta corsia senza riuscire a risparmiare terreno ma facendo le prime frazioni abbastanza allegrotto. Ben battuto lui, anche se stavolta i suoi uomini l’hanno presa con sportività la sconfitta rimandando al Royal Ascot, mentre è finito bene
Lea (First Samurai) per il terzo posto. Gli altri, dispersi nel deserto. Compreso
Epiphaneia che non ha fatto la sabbia, Side Glance apparso sul carrello dei bolliti e
African Storyche quella sabbia, non il Tapeta, proprio non l’ha digerito. Lo stesso deserto che ogni anno di più (era al ventennale) ci regala spettacoli abbastanza noiosi e ripetitivi, con il solito sparo di quello che non ti aspetti. Si trattava della settima DWC per Saeed Bin Suroor che, tu guarda un pò, se lo aspettava che il vecchio dal cuore grande Prince Bishop, potesse vincere. Già, lo stesso Prince Bishop che oramai ha preso la residenza al caldo di Dubai. Per lui era il 4° tentativo nella Dubai World Cup dopo il 10° posto nel 2011, il 7° nel 2012, ed il 9° lo scorso anno con intervallo dello Sheema Classic nel 2013 senza piazzarsi ma arrivando decimo su distanza troppo lungo in erba. Insomma, lui al contrario degli altri passa tutto l’inverno da quelle parti ed ogni tanto fa un saltino in Inghilterra, come in Settembre a Kempton quando è arrivato primo nelle September G3 sui 2400 metri. Il sauro è allevato dalla Thurso Limited in partership con Bill Dwan, ed acquistato per 80,000gns alle Tattersalls December Foal Sale. La vittoria è stato ancora un enorme spot pro Dubawi, già padre di Monterosso in questa corsa nel 2012. Menomale che il carnival è finito. La tecnica e la vera selezione sono altre….Una cosa l’abbiamo capita, ma da tempo. A Meydan si vince spesso in testa, e molto più spesso seguendo il primo. Chi corre da dietro non vince mai, ma proprio mai.
Comunque, raccontiamo le gesta e la serata di Meydan anche perchè nello Sheema Classic (
VIDEO CORSA QUI) abbiamo finalmente visto un pò di Europa con la forte e progressiva
Dolniya (Azamour) la quale, da tardivona, ha collezionato la quarta vittoria in otto uscite dopo aver debuttato nell’Aprile inoltrato dei 3 anni, lo scorso anno. Andatura lenta impartita da
Just The Judge (Lawman), una manna per la cavalla francese e attitudine che ha fatto fritti gli altri. Comunque, montata da Cristophe Soumillon la Aga Khan si è resa autrice di una forte progressione per venire a casa e battendo ancora
Flintshire (Dansili) per 2 lunghezze ed un quarto, un distacco maggiore di quello del rientro di qualche settimana fa in Francia. La nota positiva per gli italiani è rappresentato dal terzo di Cristian Demuro su
One And Only (Heart’s Cry), che ha reso per il massimo da cavallo non sempre fortunatissimo. Tornando alla vincitrice, che lo scorso anno ha fatto persino quinta nell’Arc, l’obiettivo è ancora quello della prima domenica di Ottobre a Longchamp.
Ancora Francia nel Dubai Turf (ex Dubai Duty Free) (
VIDEO CORSA QUI), vinto in maniera spaventosa secondo il mio punto di vista dal progressivo
Solow (Singspiel), allenato da Freddy Head e montato da Maxme Guyon, che a 5 anni ha trovato il suo picco massimo di espressione. Quattro lunghezze e mezzo rifilate a
The Grey Gatsby (Mastercraftsman) con
Mshawish (Medaglia D’Oro) vicino a lui terzo. Solow aveva vinto la sua maiden a Longchamp a tre anni abbondanti e poi è stato castrato. Salito di tono progressivamente ha vinto il Prix Quincey G3 in Agosto e poi il Prix Daniel Wildenstein G2 poche settimane dopo. Freddy ha detto che si tratta di uno dei migliori che abbia mai allenato.
Dal punto di vista tecnico mi è piaciuta l’ennesima prestazione mostruosa di
Sole Power (Kyllachy) nell’Al Quoz Sprint G1 (
VIDEO CORSA QUI), alla sua quinta apparizione in questa corsa, finalmente portata a casa per Eddie Lynam. Il cavallo montato da Riccardino Hughes ha battuto
Peniaphobia(Dandy Man) con un finale davvero incredibile con l’americano
Green Mask (Mizzen Mast) al terzo. Per Sole era la quinta vittoria a livello di G1 e la prima vittoria in 9 uscite a Meydan. Secondo in questa corsa 3 anni fa, 2 anni fa fu quarto. Sole correrà ancora le King’s Stand Stakes G1 al Royal Ascot, vinte già lo scorso anno. Pagato £32,000 alle DBS da yearling, il castrone vince in carriera una cosa come £1.9 milioni.
Lo Sprint, quello tutto all’americana del Dubai Golden Shaheen (
VIDEO CORSA QUI), è andato agli americani appunto. Ha vinto
Secret Circle(Eddington), l’ultimo a muovere al termine dei 1200 metri con quelli di HK ad affrettare le mosse. Battuto
Super Jockey (Sandtrap) mentre Rich Tapestry è arrivato terzo. Secret non vinceva dalle Breeders’ Cup Sprint del 2013.
Il pomeriggio di Meydan era cominciato nel nome di Godolphin (
VIDEO CORSA QUI) con l’hot favourite
Tamarkuz (Speightstown) che ha battuto
Sloane Avenue (Candy Ride) ed il locale
Frankyfourfingers (Sunday Break) nel Mile G2. Poco dopo
Brown Panther (Shirocco) ha riportato la Dubai Gold Cup (
VIDEO CORSA QUI) sui 3200 nonostante il periodo precedente molto opaco. La parte bella della corsa l’emozione di Michael Owen in lacrime. Con questa vittoria fanno £1milione in cassetta, non male per un cavallo pagato £1,500 da yearling.
In prospettiva Kentucky Derby va vista la vittoria nel UAE Derby G2 (
VIDEO CORSA QUI) di
Mubtaahij (Dubawi) per Mick de Kock e con Soumillon a bordo, che ha battuto di 8
Maftool (Hard Spun). Mub in Europa ha ciccato tutti gli appuntamenti ma da quando è a Meydan si è trasformato. Obiettivo confermato per il Kentucky Derby G1 di Churchill Downs ed il suo sabbione. Forse con Soumillon in sella. Forse. Meydan è stato tutto qui, l’appuntamento è con Gennaio 2016. Perfortuna.